"I Giganti della Sila nella riserva Naturale del Fallistro all'interno del Parco Nazionale della Sila, alberi monumentali ultra secolari di pino e acero."
Nel cuore del Parco Nazionale della Sila si trova un vero tesoro naturalistico, la Riserva Naturale del Fallistro che ospita i Giganti della Sila, gli unici esemplari oggi ancora radicati nel territorio silano dell'antica Silva Brutia. L'antica Silva Brutia era per tutto il meridione la foresta più rigogliosa, con alberi enormi, tronchi possenti con fusti robusti e lineari, una vera ricchezza a cui attingere ogni volta che si necessitava di legno buono, e un tempo non si badava certo di tener cura alla vita dei boschi, ma si prendeva dove c'era. Così l'antica silva fu mano a mano depredata dall'uomo, a cominciare dai Romani, che per le necessità dell'Impero attingevano ai boschi della Sila, magari per la costruzione delle navi o delle case. Che la selva bruzia fosse ricca e famosa si sapeva già in antichità, già VIRGILIO, STRABONE e PLINIO cantano e riferiscono della maestosità della silva brutia.
In ultimo la necessità di pascoli e di zone agricole ha portato ad un enorme processo di disboscamento, che ha notevolmente modificato l'ambente montano della Sila.
Oggi la riserva dei Giganti della Sila, in località Croce di Magara, nel territorio di Spezzano della sila, è l'unica testimonianza che ci aiuta a capire quel che poteva essere la grandezza di quella selva . Nel Bosco monumentale della Riserva del Fallistro si contano 60 esemplari ultra-secolari, di Pino Laricio e Acero Montano. Sono alberi con caratteristiche straordinarie, con un'altezza che arriva ai 45 metri, un diametro di 2, ed un'età media di 350 anni.
Lungo il viale che conduce all'area della riserva osserviamo subito gli aceri montani, che sono imponenti ai lati della stradina. Lungo la via si trova anche il Casino Mollo, donato al Fai nel 2016 che sarà in futuro anche fruibile, si nota il bel portale in pietra.
Continuiamo la passeggiata passando per la vecchia filanda, dove ci si può fermare anche ad assaggiare qualche piatto tipico, e incontriamo altri aceri che si ergono imponenti e possenti con i loro tronchi maestosi. Più avanti, passata la biglietteria si fa alla vista lo spettacolo puro, un insieme di pini giganti, fa uno strano effetto vedere insieme così tanti alberi grossi. Grossi è proprio il termine giusto per descriverli, impensabile volerne cingerne uno in un abbraccio, come se una formica volesse abbracciare un elefante.
La pineta fu impiantata nel '600 dalla famiglia Mollo. Si è certi quindi sull'età degli alberi, e la nascita della riserva consente a tutti tramite un percorso ben articolato di fruirne e catturarne ogni singolare aspetto, l'albero più vecchio, il più alto, quello da fusto più ampio, poi c'è il vecchio pino morto, scorticato, da cui si capisce la vera essenza del bosco, i venti, le correnti che hanno plasmato e formato ogni pianta, con i rami tutti che vanno in una direzione o nell'altra, ma sopratutto l'avvitamento dei tronchi, che se non si riesce a notare nei tronchi viventi si riesce a percepire perfettamente negli alberi estinti, che sono comunque un tesoro, che aiutano a capire meglio la vera essenza dei boschi silani.
La passeggiata per la riserva è entusiasmante, non so se avete mai pensato che gli gnomi della foresta foresta possano esistere, ma al loro cospetto io mi sento proprio come uno di loro, uno gnomo saltellante da un ramo all'altro, seppur il salto lo posso fare solo con gli occhi. E poi mi trovo di nuovo con gli occhi a terra, c'è il fungo, lì accanto una pigna, e un piccolo fiore colorato di rosa, proseguo, vado avanti, comincia la discesa, non voglio che finisca, prendo il sentiero breve, prima avevo voluto percorrere quello lungo, vedo i giganti da un'altra prospettiva, sono sempre belli. E' finita, devo tornare indietro, i Giganti della Sila li ho visti in lungo e in largo, mamma quanto, eppure so che ancora una sorpresa c'è, mi hanno detto di fare attenzione ad un tronco morto, pare che nella marcescenza del tronco abbiano trovato vita nuovi alberi, 3 pini, un noce e un pero antico. Li ho trovati, meravigliosi, il pero sembra che sia solo posato sul tronco, in una posa delicata, in realtà le radici stanno scavando nel tronco ormai marcio per trovare più risorse vitali in profondità, e così che va qui nella riserva del Fallistro, si lascia che la natura faccia il suo corso.
Il Video tra i Giganti della Sila.